Conferenza nutrizionale specifica per gli sport in quota come lo skyrunning, in cui il Dr. Simone Cipriano spiegherà tutti i segreti per poter accedere e rimanere in quella magica finestra metabolica di allenamento aerobico anche quando si è sotto stress in altitudini medio-elevate.
Dall’LHTL al HIF (fattore indotto dall’ipossia), verranno analizzati tutti i compenenti metabolici dell’organismo umano che si adatta alla quota sotto forzo.
Dall’EPO (eritropietina) ai ROS (radicali liberi) la conferenza mira ad estinguere ogni possibile dubbio dello stress fisico in quota durante gli sport di resistenza. Una corretta nutrizione può avvantaggiare lo sportivo nei confronti della performance? Come può il sistema nervoso farsi carico degli estenuanti allenamenti in quota e recuperare più velocemente? Come rendere il gesto motorio in quota il più economico possibile?
In uno Studio prospettico di Master Studio labs. e il CNR di Milano (2012) emergono gli adattamenti alla quota comparati tra gli occidentali caucasici e gli Andini Quechas, insieme ai Tibetani delle alte quote: al tamponamento dello stress ossidativo delle altitudini medio-alte si giunge con bassi tassi di lattato ematico di picco (La¯peak) e un’ottima componente fenotipica di adattamento all’ambiente in quota (sherpas nepalesi).
Sfruttando il modello metabolico dei nativi peruviani e andini oggi possiamo rendere lo sport di resistenza in quota alla portata di maggiori atleti, anche amatori.
Non ultimo per importanza, dopo l’approccio nutrizionale tradizionale e potenziativo, il metodo respiratorio che, coinvolgend tutte le strutture articolari e muscolari deputate alla ventilazione, si rivela l’essenzialità metabolica per poter sviluppare ATP anche in situazione di ipossia. Non poteva quindi mancare un cenno a Spirotiger®, unico strumento respiratorio al mondo per aumentare il VO2, a qualsiasi altitudine e per qualsiasi atleta, anche amatore. Il training con Spirotiger permette di migliorare, nella maniera più naturale possibile, la performace a livello del mare e in quota, anche altissima (oltre i 6000 metri slm) e mantenere entro livelli di guardia l’infiammazione cellulare.