Ci avete mai pensato a cosa comporti un dono?
Pensate a quando vi regalano un pacchetto, siete affascinati dalla carta, incuriositi dal contenuto. Non vedete l’ora di tendere con il pizzico giusto di forza i due lembi del nastro che lo sigilla per farlo scivolare e poter finalmente avere la meglio sulla carta. Questo momento è il più bello. Potete strappare senza timori la carta da regalo e immaginarvi il contenuto. E’ l’oggetto che avete tanto desiderato? Forse sì, o magari è qualcosa che giunge completamente inaspettato, un pensiero che un amico ha fatto per voi, immaginando la vostra felicità subito dopo lo stupore dello scarto.
E se quel dono non avesse nulla di luccicante? Se invece che glitter e soldi contenesse emozioni, ne sareste altrettanto felici?
Non tutti i doni possono essere accetti allo stesso modo e non tutti hanno le fattezze desiderate.
Accade infatti che un equilibrio nella vita venga stravolto e quello che fino a quel momento era granitico inizi a vacillare. Accade questo quando un avvenimento apparentemente nefasto irrompe nella nostre vite, mettendo in crisi ogni aspetto della quotidianità.
Eppure ci sono persone che, malgrado le nuvole si incupiscano lungo il loro cammino, hanno sempre la capacità di vedere il sole e di inseguirlo. Accade a chi non si arrende ad esempio dinanzi ad una diagnosi negativa e decide che non esisterà niente e nessuno che possa minare il raggiungimento di un obiettivo. Chiamiamola “sana incoscienza” o semplicemente determinazione, ma certi avvenimenti, per quanto negativi siano, possono davvero mettere l’accento su sillabe diverse e cambiare completamente il significato.
Pensiamo all’atleta delle Fiamme Gialle Giusy Versace, che ha perso entrambe le gambe in un incidente e da quel momento non solo ha iniziato a correre, arrivando alle Paralimpiadi di Rio nel 2016, ma è diventata un punto di riferimento per l’integrazione sociale della disabilità. Un altro caso che merita di essere citato è quello di Gessica Notaro, nel 2017 venne sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato. Modella, cantante e ballerina, si batte con veemenza affinché la violenza sulle donne sia denunciata.
Un altro esempio sono le donne del Pink is Good Running Team di Fondazione Veronesi: corrono dopo aver sconfitto un tumore.
Specifichiamo, una malattia o un’aggressione non sono il dono, perché diciamolo chiaramente, nessuno dovrebbe mai affrontare certe esperienze.
Il dono è quell’aspetto in nuce che scopriamo di avere dentro nel momento in cui una difficoltà viene a bussare alla nostra porta.
Quella particolare molla che scatta quando desideriamo ardentemente raggiungere un obiettivo, ma non eravamo consapevoli di possedere. A quel punto il dono aspetta solo di essere scartato per diventare un quadro da fissare da cui prendere ispirazione. A noi il compito di prendere i pennelli e adagiare sulla tela i colori che vogliamo evidenziare per farne il disegno che possa permettere di donarci a noi stessi per inseguire quel sole solo un pò nascosto.